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Mostra in Cina in onore di Matteo Ricci, il gesuita italiano più famoso di Marco Polo

"Gesuiti euclidei, vestiti come dei bonzi
per entrare a corte degli imperatori,
della dinastia dei Ming"
E'un frammento della canzone "Centro di gravità permanente" di Franco Battiato, che sembra si sia ispirato alla figura di Matteo Ricci per la stesura di questa frase. Gesuita, nato a Macerata nel 1552 e morto nel 1610, Matteo Ricci (in cinese lo conoscono col nome di Li Madou) il primo missionario che diffuse il messaggio di Cristo in Cina. Grazie alla sua tenacia e alla forza delle sue idee riuscì a fare breccia nella corte imperiale cinese, all'epoca retta dalla dinastia dei Ming, e pur senza aver mai incontrato l'imperatore venne sempre da lui protetto ed ottenne, alla sua morte, il privilegio di essere l'unico uomo straniero ad essere sepolto nella Città Proibita a Pechino.
La sua tomba è tuttora venerata in Cina dove la sua fama è superiore a quella di Marco Polo.
In occasione del 400° anniversario della sua morte, una mostra itinerante dal titolo "Matteo Ricci. Incontro di civiltà nella Cina dei Ming" si terrà in tre città, in successione a Pechino, Shanghai e Nanchino. In una sorta di staffetta ideale con la mostra che si concluderà a Roma il 24 gennaio prossimo nel braccio Carlo Magno dei Musei Vaticani ("Ai crinali della storia, padre Matteo Ricci tra Roma e Pechino"), la mostra curata dall'italiano Filippo Mignini proporrà oltre 200 capolavori, reperti unici e di vario tipo che spaziano da arazzi, orologi, sfere armillari, calendari, a dipinti come il Fregio di Raffaello o il ritratto di Filippo II di Tiziano, per continuare con delle incisioni del Colosseo o il modello di una fontana a vapore.
Nel suo percorso attraverso le tre città cinesi la mostra si arricchirà di altre opere che racconteranno la storia di quest'uomo che è stato preso a modello da molti uomini di potere per la sua arte della diplomazia, la capacità di calarsi in una realtà differente e di "farsi cinese in Cina", l'abilità di scovare l'elemento di unità in mezzo a tante differenze... che dovevano non esser poche fra il Cristianesimo e il Confucianesimo e il Taoismo con cui doveva confrontarsi.
La mostra sarà esposta al Capital Museum di Pechino dal 6 febbraio al 20 marzo, allo Shanghai Museum dal 2 aprile al 23 maggio e al Nanjing Museum di Nanchino dal 4 giugno al 25 luglio e sarà divisa in più sezioni: si partirà dall'analisi del contesto tardo rinascimentale per poi concentrarsi sullo scambio culturale tra Matteo Ricci e gli intellettuali cinesi ed i doni portati dal gesuita alla corte imperiale.

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