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L'antica tradizione pisana del Gioco del Ponte

Il Gioco del Ponte di Pisa dal 2009 si svolge l'ultimo sabato del mese di giugno e di sera: prossima data 27 giugno 2015.


Il 29 giugno, come ogni ultima domenica di giugno, Pisa si raccoglie intorno al Ponte di Mezzo per assistere al Gioco del Ponte, una rievocazione storica che si divide in 2 momenti:
  • il Corteo Storico sui Lungarni, dove 709 figuranti in abiti storici sfilano in 3 gruppi separati che poi si riuniscono sul Ponte di Mezzo. Le truppe di Tramontana e Mezzegiorno (che rappresentano le due fazioni della città, a nord e a sud dell'Arno) sono composte ciascuna da 314 persone e marciano in parata militare (contemporaneamente ma in distinti cortei) sui quattro Lungarni contigui al Ponte in senso antiorario. Il terzo gruppo di 81 elementi è quello composto dai giudici
  • la Battaglia, ambientata sul Ponte di Mezzo dove le squadre dei quartieri appartenenti alle due fazioni rivali disputano la gara.


Nei giorni precedenti la manifestazione, il Ponte di Mezzo (così chiamato perchè fin dall'antichità era un punto centrale della città, divisa in due dall'Arno) viene allestito nei giorni precedenti con un macchinario, un "carrello" scorrevole di ben 7 tonnellate su una rotaia di 50 metri, sul quale viene esercitata la spinta dei combattenti.
Le due squadre si dispongono su parti opposte dandosi la schiena e premendo con forza con le spalle cercando di guadagnare metri nei confronti dell'avversaria. Vince chi riesce a rimanere padrona del Ponte per 2 volte, spingendo il carrello con gli avversari all'estremità opposta della rotaia di scorrimento.

Il Gio'o der Ponte (come lo chiamano i pisani) ha radici molto antiche e dopo varie vicissitudini (che potete seguire nel dettagliatissimo resoconto di stilepisano) nel 1950 finalmente ritornò a svolgersi sul Ponte di Mezzo, ricostruito dopo la sua distruzione durante la seconda guerra mondiale, in occasione della sua inaugurazione.


Gli antichi splendori furono così recuperati e parzialmente modernizzati nella forma: per evitare risse e ferimenti (frequentissimi nel passato) fu introdotto l'uso del carrello, che nella tradizione non esisteva.
Durante la Repubblica di Pisa il gioco era detto "Mazzascudo" e prevedeva un vero e proprio scontro fisico che serviva probabilmente da allenamento per i cittadini, nel caso dovessero proteggere la città. L'arma usata era tale che, impugnata in modo diverso, poteva servire come strumento di attacco (Mazza) e di difesa (Scudo).

La tenzone risultava cruenta, fino al punto da trasformarsi, spesso, in una furibonda rissa con morti e feriti. Lo svolgimento sul ponte prese inizio alla fine del XVI secolo, su interessamento dei Medici che lo riproposero alla pubblica attenzione, non soltanto dei pisani, ma di tutto il Granducato, come spettacolo emozionante e cavalleresco.




Si trattava di lotte, corpo a corpo, dure e pericolose e talvolta di lunga durata. L'usanza voleva che la disputa fosse preceduta da sfide, proclami e poemi, che confermavano uno stato d'animo bellicoso, ma anche cavalleresco. Nel 1785 il Gioco venne soppresso per venir ripreso nel 1807, dopo continue richieste ma la regina reggente d'Etruria, Maria Luisa, che si trovava presente alla manifestazione, rendendosi conto quale fosse di fatto il suo svolgimento, si trovò costretta a pronunciare la celebre frase: "per Gioco è troppo, per guerra è poco". Inizio così un periodo di completo abbandono della manifestazione, durante il quale venne perduto quasi tutto il prezioso materiale; morioni, alabarde, targoni, andarono in parte ad abbellire l'arredamento interno dei vecchi palazzi signorili, il resto dei costumi, chiuso nei bauli, finì per deteriorarsi nel tempo, oppure venne semplicemente usato come vestito carnevalesco.

Finalmente nel 1932 a qualcuno nacque l'idea di riproporre il Gioco del Ponte, ma occorreva volontà, sacrificio, capacità ed uno sforzo economico eccezionale. Due anni dopo, il difficile mosaico fu ricomposto attraverso minuziose ricerche d'archivio. Vennero ricostruiti tamburi, bandiere, armature, oltre al rifacimento di 760 costumi, per la circostanza, disegnati da Fortunato Bellonzi, in stile spagnolesco fine '500; lavoro che fu realizzato perfettamente da una nota sartoria fiorentina nonostante soltanto alcune famiglie nobili avessero conservato l'antico costume nei propri armadi con minuziosa cura e rispetto. Nel 1935 il gioco divenne una realtà e il risultato ottenuto, fu veramente eccezionale - anche se violento - ma nuovamente la distruzione del Ponte di Mezzo causata dai bombardamenti dell'ultima guerra provocò una nuova interruzione fino al 1947 quando l'Arena Garibaldi, lo stadio cittadino, fu teatro dell'antico Gioco cittadino. Da allora si è giunti, con qualche cambiamento nelle regole, fino ad oggi!

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